La panna nella carbonara, e altri inconfessabili segreti

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Diciamoci la verità: c’è un sacco di gente che mette la panna nella carbonara. O la pancetta nella matriciana. Lo fa e ha tutto il diritto di farlo. Non sta mica ammazzando qualcuno (e no, non è vero che ogni volta che metti la panna nella carbonata uno chef muore, al massimo si fa venire un attacco di nervi ma problemi suoi, si pigliasse du’ gocce di valeriana). Solo che non ve lo viene mica a dire. Così voi continuate a credere nella sacralità della carbonara senza panna come in un dogma indiscutibile e indiscusso. E invece, là fuori è pieno di carbonari che in segreto fanno come je pare.

Io sono una che mette la panna nella carbonara da una vita, anche metaforicamente parlando. Però ho notato che quando lo dico, a volte, scopro che appunto, non sono la sola. Come se ammetterlo desse la stura alle confessioni, come se non si aspettasse altro che sapere che non si è i soli a farlo. E non sto parlando solo di pasta, appunto.

C’è stato uno studio piuttosto interessante e rivelatore parecchi anni fa, sulle abitudini notturne delle famiglie. C’era una domanda rivolta ai genitori che suonava più o meno come “vostro figlio dorme con voi o nel suo letto?”. E lì la maggioranza dei genitori rispondeva che nooooo ‘nziamai! mio figlio dorme nel suo letto come pedagogico diktat odierno richiede! Però una domanda successiva chiedeva: sì ok, ma dove ha dormito vostro figlio la notte scorsa, effettivamente? E lì un numero sorprendente di quelli che avevano risposto che il figlio dormiva nel suo letto ammetteva che la notte scorsa aveva dormito, caso strano, nel lettone.
Tradotto: un sacco di gente fa dormire i figli nel lettone e affanculo Tata Lucia&co, ma fatica ad ammetterlo pubblicamente. E c’è da capirlo: là fuori è pieno di rompicoglioni che non vedono l’ora di farti la battutina, la morale, la lezioncina e poi andarsene impettiti come piccioni soddisfatti dopo aver cagato su una scacchiera di cui non sanno nulla.

Ora, quando hai un figliolo neurodiverso… praticamente metti la panna ovunque, non solo nella carbonara. Cioè ti ritrovi a fare cose e a vivere in situazioni che sono contro i sacri diktat della pedagogia comun y corriente, quella creata da e per i neurotipici in sostanza, ma che hanno perfettamente senso all’interno della neurodiversità. Figli che dormono nel lettone, ciucci e biberon di latte presi oltre l’età canonica, cibi frullati, selettività alimentari che levete, necessità di supporto maggiori nello studio, evitamento dei soliti luoghi di aggregazione, grande uso di mezzi digitali, interessi insoliti, difficoltà ad andare a scuola, affrontare problemi “da adulti” come ansia e depressione, rapportarsi con i figli in modo diverso perché quei figli *sono* diversi… Se ne parli su gruppi di genitori “normali” ti ritrovi sepolto di piccioni cagoni manco tu fossi una manata di becchime buttata da un turista a Piazza San Marco. E che queste eresie invece abbiano un senso nella neurodiversità lo dimostra il fatto che quando ti ritrovi in assembramento virtuale con altri neurodiversi genitori di neurodiversi, scopri che la panna nella carbonara la mettono pure loro da mo’. Che quel che ti ritrovi a fare tu lo fanno molti di loro. Ma ovviamente non lo fanno sapere in giro, che è pieno di piccioni e ognuno di noi è stato scagazzato plurime volte e ne ha avuto abbastanza. In altre parole: nel giro di “quelli come noi” questi comportamenti apparentemente devianti sono più la norma che la riprovevole devianza, insomma la panna nella carbonara forse è un’interessante variante della carbonara per gli autistici, che ha regole e necessità altre. Regole e necessità che oltretutto possono variare da famiglia a famiglia autistica, come le ricette segrete della nonna. E alla fine i problemi di una famiglia autistica non sono causati dalla panna nella  carbonara, quella è una cosa che va bene, ma i piccioni si concentrano solo su quella pensando che sia da lì che arrivano tutti i mali. I problemi arrivano più dalle carbonare senza panna che cercano di propinarci nostro malgrado là fuori. Ma vaglielo a far capire…

Forse è ora che scriviamo il nostro libro di cucina, invece che essere sempre quelli che sbagliano la ricetta. E che devono nascondersi e magari aver paura di chiedere aiuto per qualunque cosa, perché prima dell’aiuto potrebbe arrivarti la solita dose di merda di piccione che non aiuta affatto.

3 pensieri riguardo “La panna nella carbonara, e altri inconfessabili segreti

  1. Non uso la panna nella carbonara culinaria ma utilizzo molto panna nella carbonara quotidiana… Ebbene, io ormai tiro dritto anche di fronte a quei piccioni impettiti e se hanno qualche debolezza viscerale beh faccio in modo che gli ricade vicino o su di esso… E credimi ne sto sterminando di piccioni impettiti 😂
    Eh si se c’è bisogno o di aiuto o anche semplicemente di confronto chiediamolo senza paura, senza vergogna senza remore. Non esiste ricetta sbagliata in alcun senso.

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