Vedo girare per le bacheche questo articolo su scuola, bambini viziati e genitori isterici (no, non lo linko manco a mori’, non regalo click a quel sito). Ho pure provato a leggerlo ma ho ben presto lasciato perdere. Tanto lo so che mi metterà di pessimo umore, se devo pure sforzarmi per leggerlo mi pare troppo. Ma insomma, quanti ne avrò letti negli ultimi due anni di articoli di quel tenore? Diversi, ogni tanto ne spunta uno ed il sito che lo pubblica (spesso sempre il solito) ci guadagna click a iosa.
Ora, vi dirò che io di quel tipo di articoli mi sono veramente rotta, e non tanto per l’articolo in sé, sono articoli facili da scrivere e pure da leggere, diciamo che seguono sempre lo stesso schema ma niente di particolarmente rivoluzionario o disturbante, in fondo. E poi ognuno ha la sua opinione etc etc etc etc
No, io li detesto perché poi quella roba lì viene scaricata, nella vita reale o in qualche discussione virtuale, addosso a me.
Che non sono affatto un genitore isterico, o di quelli che trattano le figlie come Dudley, il cugino di Harry Potter.
Però c’ho delle figlie toste, atipiche, con comportamenti difficili da comprendere e con cui io devo usare metodiche di gestione diverse, spesso, perché son quelle che funzionano e non quelle “tradizionali”. La gggggente vede le figlie toste, vede cosa faccio io, gli sembra una cosa che non è, non capisce i motivi, ricorda la lezioncina di questo tipo di articoli, e pensa d’aver capito chi sono io e perché le mie figlie sono come sono. E vai di giudizi e reazioni che rendono solo più difficile la vita, qui. Oppure legge quel che racconto della nostra vita, o anche solo un commento di quattro righe altrove, e fa l’equazione di cui sopra. Perché pensate che i miei post sulla nostra vita con le bimbe abbiano una privacy ristretta su alcune piattaforme? Perché fra le altre cose ad un certo punto ne ho avute le palle piene delle maestrine di stocazzo, già ho i miei problemi da gestire, pure star lì a spiegargli coi disegnini che non hanno capito niente no grazie, non mi pagano per questo.
E poi, un altro problema di ‘sti articoli è che descrivono calcando la mano (sennò l’interesse dell’articolo finisce), e finiscono per fare il ritratto reale solo di un numero limitatissimo di situazioni, di genitori e di figli , ma poi la spacciano per una cosa generale, ‘n’epidemia. Invece la maggior parte dei genitori per la mia esperienza è proprio come me e come voi: si fa il mazzo, in poche parole. Questi articoli invece fanno il fascio, di tutt’un’erba. Senza sfumature, senza spiegazioni in fondo, senza voglia di comprendere. E in quel mazzo per la vulgata generale ci finiamo io, l’Aspergirl e Aspiebaby, anche se in realtà non c’entriamo un cazzo. Capite che mi girano le pale, dopo un po’.