E ditecelo, no?

Diversi anni fa, una delle solite mattine che cominciano male, mio marito stava cercando di portare a scuola S. che ovviamente si rifiutava, piangeva, scalciava etc. Esce sulle scale con la belvetta che urla a tutto volume e incontra la vicina del piano di sopra che scende le scale. Mio marito vorrebbe sprofonda’. Lei sorride e gli fa “tutto normale, tranquillo, anche la nostra faceva così a quell’età, tutto normale”. Ecco, che fosse vero o no, ci ha fatto bene.
Perché uno dei problemi dei problemi comportamentali dei figli, che siano autistici o no, è che non se ne parla. Si tiene nascosto, per imbarazzo, oppure perché la pressione sociale per avere vite perfette, vite Instagram, è molto forte. O perché si ritiene che non sia educato parlare di “cose spiacevoli”. Purtroppo anche gli addetti ai lavori spesso glissano il più possibile su questa parte del “pacchetto”, accennano ma non spiegano, non approfondiscono e non descrivono. Magari non vogliono rovinarci la sorpresa, ma il risultato è che spesso ci si ritrova ognuno in casa nostra, a sentirci gli unici disgraziati sulla faccia della terra a cui capita, se va bene. Se va male, capita in pubblico, di ritrovarcisi. E invece no, ne sono sicura. Ci si ritrova anche a chiedersi: ma questa cosa come devo considerarla? Come la devo affrontare? Mi devo preoccupare? E quanto mi devo preoccupare? Devo cercare di fermarla, devo lasciare che succeda, devo intervenire? CHECCAZZO DEVO FARE???
E sta di fatto che a noi servirebbe ogni tanto quella che passa sorride e ti dice “tranquillo, è normale”. Così capisci che ti puoi rilassare almeno un po’ ed affrontare quel che viene con uno spirito diverso.
Ci sono un sacco di cose che sono *normali* nell’autismo, che spesso di sviluppano nel tempo, con la crescita, e prima lo si dice alle persone coinvolte meglio è per tutti. Poco piacevoli, magari, ma piuttosto normali. Urlare, fare rumori, farsi male, piangere, scappare senza meta, agitare le braccia, ripetere frasi o sillabe, contare gli oggetti, infuriarsi per dei rumori, non riuscire a parlare…
Sono cose che si affrontano quotidianamente, ma si affrontano meglio se ci si dice: tutto ok, è normale nell’autismo, capita, pare chissà ché ma poi passa…
Intanto si smette di cercare di reprimerle, che fa solo male a chi è autistico.
E poi, smettere di iper-preoccuparsi inutilmente lascia a disposizione più energie mentali, e quelle servono come l’oro, soprattutto ad un’Aspie come me.

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