Dunque, vita con Asperger.
Uno degli ostacoli nella vita di una maTre Asperger è il temutisssssimo “invito a pranzo”.
L’occasione in cui ti ritroverai a dover spiegare a gente benintenzionatissima ma a cui mancano i fondamentali che… NO.
Qualcosa tipo che tu esordisci con “Senti, per le bimbe va bene una pastasciutta semplice col pomodoro, solo pasta e passata di pomodoro. Oppure all’olio, solo olio e parmigiano a parte”
“Ma il filetto arrosto non lo mangiano?”
NO
“Ma se facessimo il sugo al basilico? E’ più sapor…
NO
“Ma solo un po’ di basilico…”
NO
“ce ne metto poco poc..”
NO
“Ma le patatine arros…”
NO
Cioè, tagliamola corta. Non sono stronza, e non sono fi’osa, e soprattutto non lo sono le mie figlie. Semplicemente lo so come vanno le cose a casa mia, conosco le mie pollette. Non sono viziate, sono Asperger.
Un bambino autistico ha una gamma di solito ridotta di alimenti che mangia. Comunque non è questa la cosa importante da considerare, quanto il fatto che se ti dico che mangia per dire le crocchette di pollo al forno, lui/lei mangia *quelle* crocchette di pollo, e fatte in forno. Non mangia le crocchette di carne. Non mangia le crocchette di pollo e formaggio. Non mangia le crocchette di pollo frullato con verdure. Mangia le crocchette di pollo dell’esatta marca di cui ti manderò la foto, e cotte in forno. Ricordatelo. Non cercare di fare modifiche alle sue abitudini da un giorno all’altro. Non la passeresti liscia, credimi.
Per un autistico con le sue ipersensibilità sensoriali e le sue rigidità, mangiare è un evento che può presentare diverse sfide. Devi introdurre nel tuo corpo qualcosa, un cibo, che ha un sapore o più sapori e odori, e una consistenza o più consistenze. Meno sono i sapori, meglio è, semplifica la vita. Quindi preparazioni semplici: levate di mezzo soffritti ed erbette che se li spottano nel sugo col loro sguardo d’aquila siamo finiti. Meno sono le consistenze, meglio è, meno stimoli da elaborare. Le cose mollicce poi di solito non le amano. Fate pochi impiattamenti creativi, i cibi se non si mescolano, anzi se non si toccano proprio sul piatto è meglio: i cibi che si toccano sono come i flussi che si incrociano: il MALE. Diventano sapori e consistenze nuove. NO. Se un autistico si trova davanti una cosa non gli piace come sapore o consistenza non è come per un neurotipico, che tutto sommato può mandar giù una cosa che non gli piace senza grosse tragedie, du’ smorfie e via, per un autistico con un’ipersensibilità gustativa è veramente difficile se non impossibile mandar giù quella cosa. Period.
E di sicuro non puoi mettergli davanti una cosa che non ha mai visto prima.
Una volta che ci siamo abituati a mangiare per esempio le crocchette di pollo, che sappiamo che quella cosa riusciamo a mandarla giù… non potete cambiarci le carte in tavola. “Oggi crocchette di pollo E formaggio!”. Come sarebbe a dire? Un altro sapore? Mi cambi il sapore delle mie crocchette? Senza nemmeno avvisarmi 48 ore prima?
NO
(sì, puoi provare, forse andrà bene, ma più probabilmente no. E allora io sarò digiuna e un’autistica digiuna è un’autistica nervosa. Molto nervosa. Fai tu. Già siamo fuori casa mia, fuori dal mio ambiente, tienimi pure affamata, è la ricetta del disastro, altro che delle crocchette di pollo e formaggio).
Insomma, fatemela facile che già per tante cose qui si tribola. Mi invitate a pranzo, io sono felice, sono contenta di vedervi, ma mi porto anche l’happy meal del mcdonalds, e siamo tutti più happy Non v’offendete, lo faccio anche per voi
Nota a margine: tutti quelli che ci invitano al pranzone nel ristorantone rumorosone e affollatone con due figlie autistiche e poi si sentono molto disponibili e comprensivi verso le suddette solo perché ci dicono “ma voi fate come vi sentite eh, sentitevi liberi”, spero che vi sarà chiaro che l’unica cosa di cui possiamo sentirci liberi è starcene a casa. E mandarvi silenziosamente a quel paese in cuor nostro.