Merde vs. Chocolat

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Vedete, c’è una cosa da tener presente quando tirate su un piccolo autistico. E cioè che è autistico. Bella forza, e allora? Allora non potete insegnargli le cose della vita nello stesso modo in cui le insegnereste ad un piccolo neurotipico, né potete aspettarvi che impari le cose nello stesso modo. Ha modalità diverse, una visione diversa, un modo di concettualizzare le cose diverso, difficoltà a generalizzare, insomma… dovete modificare le classiche “tecniche di educazione” per adattarle. E questo vale anche per quei ragazzini che, essendo ad alto o altissimo funzionamento, non vi aspettereste che abbiano bisogno di adattamenti particolari.

Quello di cui voglio parlare qui oggi è il luogo comune che bisogna “lasciare che i bambini si facciano la loro idea, senza influenzarli”. L’idea cioè che di fronte a gente che si comporta in modo sbagliato/stronzo/egoista/manipolatorio etc., soprattutto se si tratta di persone che fanno parte del proprio circolo affettivo e sociale, non bisogna dire al bambino “guarda teso’, quello è un comportamento sbagliato/stronzo/egoista/manipolatorio”, perché significa mettere il bambino “contro” l’altra persona. Bisogna “proteggere il rapporto”, e lasciare che il bambino cresca e magari da grande se ne accorga da sé, della merda sottesa, ed impari ad evitarla o affrontarla.

Non sono d’accordo. In sostanza, quello che si chiede è di proteggere non il rapporto, ma la persona che si comporta scorrettamente, a spese della comprensione e dell’apprendimento sociale del bambino. Si chiede di fare, spesso, gaslighting, cioè negare o nascondere i contenuti negativi del comportamento. Non è un comportamento lungimirante quando avete a che fare con piccoli autistici. “Capirà quando crescerà” con un autistico potrebbe essere *mai*, o magari potrebbero volerci trent’anni per capire, e nel frattempo sai le cantonate e le fregature?

Il punto è che le persone autistiche hanno difficoltà a destreggiarsi tra le dinamiche sociali, di qualunque tipo, e quindi e a riconoscere subito quelle pericolose o abusive. E’ estremamente importante per il futuro dei nostri figli autistici insegnare loro a riconoscere comportamenti di tipo manipolatorio e abusivo, o che comunque vanno a loro svantaggio, perché da soli potrebbero non rendersene mai conto. Anche quando vengono da persone care. Soprattutto quando vengono da persone care, anzi. Che poi secondo me il problema esisterebbe anche con tanti bambini neurotipici, vedi la quantità di persone che finiscono in relazioni abusive da adulti, ma con quelli autistici è particolarmente importante dire pane al pane e vino al vino. Etichettare correttamente i comportamenti e le dinamiche. Perché parliamo di bambini che hanno difficoltà ad apprendere i contenuti impliciti della relazione sociale, e quindi bisogna renderglieli espliciti. Sì, dovete proprio fargli i disegnini, a volte. E non cercare di edulcorare tanto le situazioni o coprire i comportamenti scorretti, anche se sono stati portati avanti da membri della famiglia. Questo, lo so benissimo, va contro la mentalità comune, e potreste ritrovarvi accusati di adultizzare troppo il bambino, o di mettere in pericolo il suo rapporto con altre persone. Pazienza. Io ho deciso di tutelare i miei figli, mica il resto del mondo.
In realtà, un bambino autistico può avere reazioni diverse se messo di fronte ai fatti spiegati bene, rispetto ad un coetaneo neurotipico. Ho l’idea che per un autistico sia più stressante e destabilizzante non capire cosa sta succedendo, quali sono le dinamiche in gioco (perché di solito capisce che c’è qualcosa che non gli torna, solo non capisce bene cosa) che sapere che qualcuno si sta comportando “male”. In un certo senso, potrebbe farsene una ragione molto meglio di quanto vi aspettiate.

Personalmente, tanto da ragazzina quanto da adulta, ho sempre trovato molto più irritante lo strato di ipocrisia con cui le persone spesso cercano di ammantare i loro comportamenti o i loro sentimenti negativi nei miei confronti. Non sono offesa dal rifiuto, non sono scandalizzata dal tentativo di manipolare le cose a proprio vantaggio, ma dal tentativo di negare l’evidenza davanti a me come se fossi scema. Paradossalmente, sarebbe molto meglio per il rapporto in sé che mi dicessero cose tipo “SI’, mi stai proprio sulle palle, e allora?”. Viva la faccia della chiarezza, a quel punto posso decidere persino di averci a che fare se necessario. Perché in sostanza il problema dell’autistico, l’assurdo cognitivo con cui non riesce a convivere, non è avere a che fare con la merda in sé. E’ che qualcuno cerchi di convincerlo che quella merda è cioccolata.

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