La dignità delle famiglie dei disabili, ed anche il loro buon umore (merce preziosa!), passano anche attraverso le piccole cose. Tipo: se metti una regola che chiunque entri a scuola deve firmare un apposito registro con l’ora di ingresso e poi di uscita con altra firma, io che vengo a scuola due volte al giorno tutti i santi giorni ed entro nell’atrio di scuola il tempo di affidare mia figlia (che ha già il suo permesso per entrare a quell’ora formalizzato a parte) all’insegnante di sostengo e riprendermela tre ore dopo, devo firmare davvero pure io? Cioè devo davvero firmarti che entro alle 10:00, e riesco alle 10:05, con tanto di motivazione? E poi ri-firmare due volte tre ore dopo? Tutti i giorni? No, vero?
E allora perché mi chiedi di farlo, visto che mi conosci e conosci la mia situazione, la conoscono pure i muri della scuola oramai? Perché devo essere io a dirti alla terza volta “no scusa ma state a scherza’ vero?”, e allora mi dite che chiederete per sapere e dovete pure chiederlo in segreteria per sapere ufficialmente che sì, è ‘na stronzata? Ed il giorno dopo mi fate sapere tutti sorridenti l’ovvio, che no, non devo firmare perché è ridicolo, ed è pure, scusate, un sottolineare nero su bianco, una volta di più, tutti i giorni due volte al giorno, che io c’ho la figliola “diversa”. E te lo devo pure chiedere io, appunto, di levarmi ‘sto memento che siamo quelli con la figliola che richiede sempre aggiustamenti e deroghe alla vostra normalità modellata su quello che noi di sicuro non siamo… Non potreste ogni tanto sorridermi, chiudere un occhio e salutarmi, e farmi sentire una madre come tutte che va a riprendersi la figlia a scuola, che non c’è niente di così strano e insolito in fondo in quel che faccio?
Da quando abbiamo iniziato la scuola ho ricevuto molta comprensione e tolleranza per le mie figlie, ci mancherebbe. Ma ho dovuto chiederla tutta, v’assicuro, e spesso anche produrre pezze d’appoggio per ottenerla. Dalle grandi alle piccole cose. E’ estenuante. E’ anche umiliante, alla fine, dover sempre chiedere. Almeno sulle piccole cose lo sforzo di non ricordarmi ‘na volta di più che siamo una famiglia non proprio ordinaria e che ci serve sempre la deroga o la dispensa da questo e quello be’, potreste farlo