L’ASPIEBABY FA IL BAGNO
– Mettere a terra in bagno il tappetino e le ciabattine
– Mettere una sedia sotto il condizionatore in camera
– Mettere dei vestiti puliti o un pigiama sul termosifone in camera
– Appoggiare un accappatoio grande sul termosifone in bagno
– Preparare anche un asciugamano grande sul termosifone
– Mettere una stufetta accesa a media temperatura vicino alla vasca, sulla sedia azzurra
– Portare l’acqua a temperatura adatta, quando è calda aprire la doccetta, chiudere lo scarico della vasca, mettere del bagnoschiuma specifico per la dermatite e utilizzare la doccetta per riempire la vasca e assieme fare più schiuma possibile
– L’Aspiebaby di solito entra in vasca con le mutandine
– Dare all’Aspiebaby dei giocattoli presi dalla borsa apposita
– Quando l’Aspiebaby esce, cercare di sciacquarla il più possibile dalla schiuma
– Alzare la stufetta al massimo
– Metterle prima l’accappatoio grande caldo, asciugarla un po’ poi sostituirlo con l’asciugamano caldo
– Spegnere la stufetta, accendere il condizionatore in camera
– Spostarsi in camera portando l’asciugamano caldo, se ha molto freddo l’Aspiebaby può mettersi sulla sedia direttamente sotto il condizionatore; se ha molto freddo distrarla con il computer
– Se possibile, applicare sulla pelle crema idratante delicata (barattolo marrone) per prevenire la dermatite
– Vestire Aspiebaby con i vestiti puliti o il pigiama scaldati sul termosifone
– Pettinare e asciugare i capelli, se possibile, magari guardando un cartone animato
Quella qui sopra non è la minuta del dispiegamento dei mezzi del D-Day, è la sequenza di istruzioni per far fare il bagno all’Aspiebaby. Campeggia, stampata e plastificata, sulla specchiera del bagno in casa nostra, dove tutti posso averla sott’occhio quando è il momento dello sbarc… cioè, del bagno. Ed è stato l’uovo di colombo con cui siamo riusciti a convincere la nostra deliziosa creaturina a lavarsi, anzi le abbiamo fatto amare il momento del bagno. Siamo letteralmente passati da “Amore, vuoi fare il bagno?” “NOOOOOOOOOOO” a “Mamma, voglio fare il bagno!”. Le prime volte non credevo alle mie orecchie.
Lei sa che al momento di lavarsi c’è una procedura sempre uguale e collaudata che viene attuata, lo sappiamo anche noi, sappiamo che funziona, l’ansia per tutti è ridotta al minimo, sono ridotti al minimo gli imprevisti e soprattutto è ridotto al minimo l’impatto dell’uscita dall’acqua calda della vasca, che era lo scoglio che faceva sì che almeno d’inverno qui riuscire a farle fare il bagno fosse roba da far tremare i polsi a Rommel.
Ci sono molte cose che infastidiscono o mettono in seria difficoltà un autistico, soprattutto un bambino, quando si arriva alla questione dell’igiene personale. Per chiarire: gli autistici non è che non vogliono lavarsi, è che hanno molte più difficoltà a farlo. Punto primo, ma pure secondo e terzo, le ipersensibilità sensoriali:
– il contatto con l’acqua in sé, che non per tutti è facilmente tollerabile. Può essere proprio la sensazione insolita di “liquidità”, può essere il martellare della doccia sulla pelle che, soprattutto sulla testa, si traduce in una stimolazione eccessiva e disorientante, può essere il rumore dell’acqua che scorre che fa paura o innervosisce, può essere il senso di soffocamento che provoca l’acqua che scorre liberamente sul viso sotto la doccia…
– la temperatura dell’acqua: l’Aspiebaby ed io amiamo l’acqua calda, io a temperatura da aragosta anzi, l’Aspergirl per molti anni è stato possibile lavarla solo in piedi nel lavandino, con una spugna e acqua praticamente fredda, e alla svelta pure!
– doversi strofinare con spugne e simili sulla pelle, e la sensazione di “pelle che tira” dopo essersi lavati… la dermatite da stress è anche molto diffusa, e non aiuta
– i profumi strani di shampoo e bagnoschiuma, ma soprattutto…
… il maledetto momento in cui devi uscire dall’acqua calda ed affrontare la gelida realtà là fuori. Altro che Omaha Beach. L’Aspergirl rimane paralizzata, tremante e si mette a piangere senza capire perché, l’Aspiebaby idem, con la variante che lei urla, non piange. A me piomba solo addosso una tristezza infinita ed inspiegabile, ma insomma non è piacevole per nessuno.
Poi ci sono le sequenze di azioni da compiere, anche questo è qualcosa di impegnativo per chi ha deficit di funzioni esecutive, ed è per questo che è utile elencare i vari step in modo chiaro, magari corredato da immagini chi è più un visual thinker, cioè pensa per immagini. In pratica, è la lista che “pensa per voi” a qual è il passo successivo, magari dopo un po’ servirà meno, ma è rassicurante che sia sempre lì in caso di necessità.
Doversi spogliare non è una cosa gradevole per tutti, sia perché è un “cambiamento di stato” in un certo senso, e qualunque cambiamento di stato per un autistico è come incrociare i flussi, minaccia di scombinare l’ordine dell’universo così come lo conosciamo (e questo è MALE), sia perché anche lì si tratta di una sequenza di azioni che un individuo un po’ disprassico compie con meno facilità. Infine c’è anche un fortissimo senso del pudore in molti bambini autistici, soprattutto perché interpretando tutto alla lettera possono prendere ancora più sul serio del bambino medio gli insegnamenti o le pressioni sociali in materia. Ci sono bambini che fanno il bagno vestiti o semivestiti, per ovviare a questo inconveniente (o anche perché il contatto diretto dell’acqua con la pelle è troppo fastidioso).
Insomma, noi abbiamo la nostra bella lista di istruzioni collaudate da seguire, tutta l’attrezzatura per un felice sbarco in Normandia pronta in bagno e finalmente un altro problema sembrerebbe risolto.
P.s. questo era il bagnetto. Per lo shampoo c’è un’altra lista sulla specchiera. Ve ne parlerò un’altra volta
Ecco la procedura dello shampoo mi servirebbe proprio!!!
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Nic, noi usiamo un aggeggio preso su Ebay che è simile al lavabo dei parrucchieri con una doccetta da applicare al rubinetto del lavandino, le sta seduta su una sedia con cuscini, mettiamo asciugamano intorno al collo per evitare che si bagni e poi prima di sciacquare montagne di balsamo districante… Insomma una cosa simile al parrucchiere, dove se li fa lavare senza storie
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