Quando ti sale l’autismo

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Ci siamo comprati una macchina nuova. Bello! direte voi. Macchina nuova! Paghi da bere!

Sì, offro un’AlkaSeltzer a tutti, per digerire l’incazzatura, farsi passare l’acido e scongiurare il berserk.

Perché se sei disabile, anche comprare una macchina nuova diventa, da fonte di allegria, una fonte di incazzature da primato.

Chi ha in famiglia una persona certificata dall’INPS secondo certi parametri e ricadente in determinate categorie, ha diritto a pagare l’IVA al 4% per l’acquisto di determinati beni, tra cui l’automobile. Questo diritto è regolato da due leggi, in sostanza:
– la legge 499 del 1997, articolo 9, che istituisce le agevolazioni su IVA ed altro per una serie di categorie di invalidi o disabili
– la legge 388 del 2000, art. 30 comma 7, che estende ad alcune altre categorie i benefici della legge 499 articolo 9

Ora, esiste anche la famosa legge sulla privacy. Quella che dice, vivaddio, che i dati sensibili di una persona, specie se minore d’età, vanno tutelati, e quindi non spammati ai quattro venti per ogni capriccio burocratico. Per venire incontro a questa legittima esigenza, l’INPS fornisce due versioni dello *stesso verbale* di accertamento: una con la diagnosi scritta per esteso e le note fiscali, cioè cosa spetta da un punto di vista fiscale (nel nostro caso, viene citato l’art. 30 comma 7 etc.), ed una con dei vistosi OMISSIS scritti al posto della diagnosi, ma per il resto identico, con le stesse note fiscali.
E’ questo secondo verbale che serve per andare per uffici, luoghi dove non gli interessa e non gli deve interessare sapere esattamente cosa abbia tuo figlio, quelli sono cazzi suoi e al massimo tuoi, a loro interessano le diciture di legge.

Invece siamo qui al braccio di ferro con la concessionaria da una settimana, perché vogliono tutto l’incartamento che ho ricevuto per raccomandata dall’Inps. Tutto, anche le pagine dove c’è scritto “Gentile Aspie, noi dell’Inps ti inviamo i verbali etc etc “, le istruzioni per orientarsi sul sito web dell’inps, e soprattutto quelle dove è scritta in chiaro e in dettaglio la diagnosi di mia figlia. Ed io quelle non glie le mollo, non è necessario, sarebbe un surplus ma soprattutto è un’invasione della sua e nostra privacy, e mi sono stufata di questo tipo di vessazioni dettate dall’ignoranza. Ho già fornito quanto necessario. Ma come ha chiosato un utente su un gruppo dedicato alle leggi in materia di handicap, “a noi disabili sempre ditate negli occhi”.

Ho dimostrato nelle sedi opportune e a chi di dovere, cioè un’intera commissione INPS, che mia figlia rientra in determinate categorie, producendo tutta la documentazione medica richiesta e affrontando il colloquio in cui spiegavo la situazione. La commissione INPS ci ha riconosciuto dei diritti a norma di legge, nero su bianco. BASTA. Non devo più rifare la trafila  o parte di essa, con nessuno. Meno che mai con gente che non ne ha nessun titolo e nessun bisogno di sapere cose nostre personali. Ho un documento dove c’è scritto che abbiamo diritto alle esenzioni secondo la legge tal dei tali. Non c’è scritto perché, ma non è necessario. Se lo devono far bastare. BASTA con questa storia che per ogni minimo diritto acquisito devi sputare sangue e dare spiegazioni documentazione e poi altra documentazione e poi altra documentazione ancora e ridimostrare per l’ennesima volta che sì, ne hai diritto, non ti stai fregando niente e non vuoi truffare la comunità, e oltretutto spiegare TU la legge a quegli altri, che dovrebbero saperla per lavoro. Trovarsi davanti sempre superficialità e incompetenza farebbe scattare il berserk pure a Gandhi.
Negli ultimi giorni ho parlato con un concessionario, poi con una segretaria amministrativa, ed alla fine con una commercialista. Commercialista che m’è sembrata l’unica dotata di buonsenso e che quando ho iniziato a snocciolarle le leggi di cui sopra, che mi sono ovviamente scaricata e letta, ha concordato che in effetti anche per lei non mancava niente alla documentazione. Le ho detto che tranquilla, se veramente alla Motorizzazione fanno i problemi che paventano loro, ci vado io fino alla sede provinciale a litigare e a farmi spiegare che cazzo pretendono ancora, preferisco quello che dover sottostare a un’assurda violazione della privacy causa incompetenza. Basta abusare della pazienza e delle energie delle famiglie di disabili, si informassero ed applicassero la legge, non le loro pignole paure burocratiche.
CHECCAZZO, gente, è il vostro lavoro sapere queste cose, non il mio. Possibile che mi debba sempre salire l’autismo?

UPDATE: Meno di due ore dopo aver parlato con la commercialista, la concessionaria ha chiamato mio marito che la macchina è pronta da ritirare.

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Un pensiero riguardo “Quando ti sale l’autismo

  1. Lotto da una vita con questo tipo di pignoleria mista a incompetenza e totale ignoranza… io nell’amministrazione ci lavoro!! Quindi lo dico stando dalla parte opposta della barricata: non sai quante volte vorrei mettere in pratica quello che ho imparato alle lezioni di boxe!

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