Asociale a chi?

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Per la nostra rubrica “cazzate fantastiche, e dove trovarle”, parleremo brevemente di asocialità. Ovvero quel luogo comune che vuole che gli autistici siano gli asociali per eccellenza. Ma vi siete mai soffermati a chiedervi cosa si intende per “asociale”? Per asociale, in realtà, si intende spesso e volentieri “non socievole”. Cioè gente che non chiacchiera del più e del meno, che non si intrattiene volentieri a lungo con persone conosciute o sconosciute, che non esce volentieri in gruppo, che se ne sta parecchio per conto suo insomma, che alle feste è probabile faccia tappezzeria quando non vorrebbe tanto essere altrove, preferibilmente in pigiama davanti a Netflix con un tè e un gatto sulle ginocchia. E qui, vostro onore, mi dichiaro colpevole, se di colpa si tratta, e mi affido alla clemenza della corte.
Ma.
Avete mai considerato che l’essere sociale, in realtà, ha più a che fare con il fatto di rendersi conto di vivere in una società, in una realtà composta di esseri umani, e quindi comportarsi come se si avessero delle responsabilità nei confronti del bene comune, del buon funzionamento della società stessa?

E qui, per come la vedo io, è difficile sostenere che gli autistici siano asociali di default. In realtà, la mia esperienza mi dice piuttosto il contrario. La forte spinta idealistica, il senso di giustizia di molti autistici fa sì che si impegnino come possibile e a volte anche in modi inusuali per il bene comune. Avete presente Greta Thunberg? Ecco, il classico esempio di Aspie che cerca di migliorare il mondo, altro che asociale. Anche nel piccolo, conosco molti Asperger che non si adagiano certo nelle loro difficoltà, e portano avanti lavori meglio che possono, gestiscono famiglie, si preoccupano che le cose funzionino bene per sé stessi e gli altri. Il mio Asperboy è il primo a offrirsi volontario se c’è da dare una mano con qualcosa a scuola, o a un compagno serve aiuto. Una delle cose che riesce più difficile comprendere per un’Aspie, teoria delle mente o no, è che le persone spesso sembrano agire per un tornaconto personale e non per far funzionare al meglio il sistema (azienda, squadra, gruppo, nazione, pianeta etc.) di cui fanno parte. Perché è una cosa illogica, e pure un po’ stupida se vogliamo dirla tutta.

Mi piacerebbe che si smettesse di confondere socievole e sociale, anche perché, sempre per la mia esperienza, potreste notare che la persona che è l’anima della festa spesso non è affatto quella che l’ha organizzata e si è preoccupata che ci fosse da mangiare e da bere adatto a tutti. Si può essere dei gran simpaticoni con tutti, ma alla fin fine preoccuparsi principalmente e solamente dei cazzi propri. Ho potuto personalmente sperimentare che i primi a chiacchiera al tavolo della merenda erano quelli che non avevano messo un euro di colletta per comprare i biscotti. Io invece ero quella che oltre a fare la colletta comprava i biscotti per tutti e preparava il tè. Poi l’asociale so’ io, come no.

Gli autistici quindi sono persone sociali, nel senso di preoccupate del bene collettivo e del funzionamento della società. Possono non aver voglia o non saper chiacchierare con voi del tempo che fa, possono essere schivi e preferire le loro routine, ma contribuiscono a far funzionare il mondo in cui viviamo tutti, sfruttando i loro talenti e al meglio che possono, e al di là delle loro difficoltà personali. Fossi in voi, non starei tanto a sindacare.

EDIT: mi è stato anche fatto notare che in realtà la non socievolezza degli autistici non è assoluta, gli autistici tra di loro socializzano molto bene. Non è raro che ci si scopra entrambi autistici solo dopo essere diventati amici. Capita anche alle coppie sposate, di scoprire di essere tutti e due Asperger, magari in seguito alla diagnosi di un figlio. E prendete una tavolata di persona autistiche, meglio ancora con interessi in comune, e potrebbero chiacchierare per ore, perché le modalità di socializzazione sono complementari, ci si capisce al volo. Più che di Teoria della Mente in generale, gli autistici sembrano avere difficoltà con la teoria della mente neurotipica, proprio come in fondo i neurotipici hanno difficoltà a capire la mente autistica (e allora lo vedi che la cosa è reciproca?). Ma fra di loro, possono capirsi molto bene, e socializzare alla loro maniera. Alla fine, chi s’assomiglia, si piglia.

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