Circa un anno fa parlavo di una stramberia che mi ero inventata per cercare di diminuire il numero spropositato di volte in cui i miei figli mi chiamavano per delle balaccate. Era come se avessero installato dei sensori sotto tutte le sedie e le poltrone di casa: appena io posavo le terga su una sedia per un po’ di sospirato riposo, immediato partiva l’urlo “MAMMAAAAAAAAA”. Mamma ho fame, mi porti la merenda? Mamma ho dimenticato in camera il caricabatterie, me lo porti? Mamma non trovo il quaderno, mi aiuti a cercarlo? Mamma mi aiuti a lavarmi i capelli? Mamma non so i compiti per domani. Mamma mamma mamma mamma. Si erano pure perfettamente coordinati, per cui si alternavano a chiamarmi in modo che non mi annoiassi proprio mai.
Ora, questa cosa in parte è una piaga d’Egitto che riguarda un po’ tutti i creaturi soprattutto se adolescenti. Non so perché ma scollare un adolescente dal suo letto o dalla sua playstation è come cercare di tirar su il Titanic dagli abissi: servono risorse che manco Elon Musk ci si prova. Per un’altra parte, è un fenomeno che riguarda un po’ di più i ragazzini Asperger per un motivo: gli Asperger possono avere dei seri deficit delle funzioni esecutive. Questo significa che possono aver problemi a pianificare, soprattutto a iniziare un’azione, a fare una serie di azioni in sequenza, a controllare lo svolgimento corretto, a finire di fare le cose in tempi umani. C’è anche il fatto che alzarsi da quel divano è un cambiamento di stato notevole, una perturbazione della Forza che gli Aspie la sentono peggio dei Jedi, e che in quel momento se sei in iperfocus su qualcosa che ti interessa questa perturbazione potrebbe essere peggio della sparizione di Alderaan dall’universo conosciuto. Quindi cosa fai? Ti rivolgi a qualcuno che ha delle funzioni esecutive migliori delle tue e ti vuole tanto bene. Ergo, di solito, a mammeta.
Alla fine si instaura un meccanismo un po’ perverso per cui chiami mammina (o chi per lei) per molte cose, anche cose che in fondo ce la potresti anche fare con un po’ di sforzo. E chiama chiama, alla fine mammina comincia a scocciarsi di essere in servizio permanente effettivo h24, 7 giorni su 7, manco fosse un Carrefour. Incazzarsi e sbraitare serve solo a innervosire tutti, perché l’Aspie non capisce bene perché mammina è frustrata, oppure non gli sembra di aver chiesto cose impossibili, o si sente perso senza aiuti, o prende le sbraitate alla lettera e ci sta malissimo. La tanatosi dell’opossum, cioè fingersi morta, non serve in questi casi, perché l’Aspino insiste con il richiamo sempre più alto e allarmato finché pure quelli del quarto piano vengono a suonare per chiedere se serve una mano, j’aa fanno loro la merenda pur di far finire il macello. Quindi finisce che mammina si ingegna per trovare una soluzione che funzioni per tutti.
Quello che ho fatto, in retrospettiva, è stato rendere concreto e visualizzabile il numero di volte che mi chiamavano. Per prima cosa ho contato quante volte mi chiamavano. Per qualche giorno, munita di un contapunti da maglia appeso al collo, ho contato e annotato quante volte mi chiamavano. Poi ho fatto una media giornaliera, e in uno slancio di ottimismo ho scelto un numero inferiore alla media giornaliera come numero massimo di volte che acconsentivo a rispondere ai loro desiderata. Infine, ho stampato colorato plastificato e ritagliato un certo numero di gettoni, ed entrambi ne hanno ricevuto il numero che avevo stabilito. Gettoni a forma di cuore, perché mamma ti vuole taaaanto bene (ma me devi molla’ lo stesso gioia mia…).
Ogni volta che uno di loro mi chiamava doveva consegnarmi un gettone, e la regola era che quando finivano i gettoni per quel giorno s’arrangiavano. Se mi chiamavano mentre dormivo, erano tre gettoni, perché il sonno delle madri è sacro, checcavolo, iniziamo a rispettarlo. Chiaramente erano esclusi da questa contabilità i momento di reale crisi, malattia, emergenza. Si trattava di tutte quelle cose in cui tutto sommato con un po’ di sforzo avrebbero potuto cavarsela da soli. La mattina dopo ricevevano di nuovo i gettoni e si ricominciava. Una sorta di token economy ma all’inverso.
Non hanno mai finito i gettoni. Non un singolo giorno. Non sono mai arrivati al limite insomma.
Nel momento in cui hanno avuto in mano una sorta di concretizzazione del numero di volte in cui ricorrevano a me, questo numero è subito calato. Non era solo il fatto che pensavano “oddio se arrivo a finire i gettoni poi sono perso”, è proprio che c’è stata una presa di coscienza e responsabilizzazione maggiore. Il numero di gettoni rimasti dava la misura visiva, evidente, di quanto quel giorno avevano chiesto aiuti. Ci pensavano su due volte prima di giocarsi il jolly.
Dall’altro lato, io sapevo che ogni giorno mi avrebbero chiamato solo quel numero di volte e non di più, e quindi anche il mio livello di stress si è abbassato. L’uso dei gettoni ha tolto conflittualità e rabbia: loro chiamavano, io arrivavo senza recriminazioni rimproveri etc. facevo quanto serviva e poi gli chiedevo un gettone e me ne andavo. Niente scenate, si dovevano autoregolare. Lo hanno fatto, direi. Soprattutto il grande. A distanza di un anno, devo dire che la situazione non è tornata ai livelli di prima. Adesso se vogliono la merenda, per esempio, un buon numero di volte vanno in cucina e se la fanno. Poi trovo la nutella pure sul lampadario perché disprassia portami via ma ok, un passo alla volta. Credo che una volta finita la scuola farò una qualche forma di “ripasso” del concetto con l’Aspiebaby perché vista l’età e le sue caratteristiche per lei è ancora difficile “darsi una struttura” e autoregolarsi, ma direi che il programma ha già avuto un buon successo. Lo consiglierei per creaturi assillanti di qualunque assetto neuropsicologico.
la necessità aguzza l’ingegno. 😉
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Ma che bella idea. Me l appunto perché sicuramente mi serve. La userò non appena compie i 4 anni…. Le do altri 3 mesi di libertà MAMMAAAA senza senso poi pure io voglio i gettoni🤣😂magari anche a me cala sto stress che è davvero arrivato oltre ogni limite concesso tanto da essere ad oggi più pesante e più alto di me.. Mi avvolge Una nube di stress che neanche più vedo dove vado… Vado in automatico come telecomandata🤦
Grazie mille per l’idea penso che servirà a molti, 😂
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