Pikkoli anceli al pronto soccorso

piccolo-angelo

Perché si va all’ospedale? Per farsi un giretto turistico? Per passare una piacevole serata? Per fare cose vedere gente? Su su, facciamo ipotesi. Vi pare strano chiederselo? Eppure c’è chi pensa che si possa andare in ospedale per motivi diversi dallo stare effettivamente male ed aver bisogno di aiuto.

La domanda infatti sorge spontanea quando sei autistico e vai all’ospedale, più precisamente al pronto soccorso, perché stai male. Perché potrebbe succedervi quello che è capitato a noi l’altro giorno.

L’Asperboy stava male. Da qualche giorno. Crisi lipotimiche, letargia, pallore evidente, crampi, senso di stordimento. Dopo due o tre giorni così, una sera ha la madre di tutte le crisi lipotimiche, inizia a gridare che ha un malditesta fortissimo, sente cose che non ci sono, insomma gli butto addosso qualcosa e lo carico in macchina.

Arriviamo in ospedale che è anche in piena crisi di panico, pensa di avere qualcosa di grave, gli fanno il triage e lo mettono in una stanza. La solita, quella dei casi psichiatrici.

Perché, dovete sapere una cosa: se siete autistici, potete avere solo l’autismo. Vi presentate al pronto soccorso lamentando un malessere? E’ tutto autismo. Siete autistici no? Io sto seriamente considerando l’idea di non dire più in ospedale che mio figlio è autistico, quando ce lo porto, perché immediatamente viene catalogato sotto la voce “autistico che fa l’autistico agitato”, e non prendono in considerazione l’idea che abbia altro, sotto l’agitazione (che se stai male è pure comprensibile tra l’altro).

Mi è già capitato, una volta l’ho portato in pronto soccorso con dolori addominali lancinanti, e la str… ahem, la dottoressa di turno continuava a sostenere che fosse al massimo un po’ di aria intestinale. Ho dovuto insistere per avere un’ecografia. Alla fine, c’erano segni di versamento ematico nell’addome, probabilmente si era rotta una cisti. Altro che aria nella pancia.
Questa volta idem ma con patate, perché la dottoressa di turno arriva ed esordisce chiedendomi chi ha in carico mio figlio. Lì per lì non capisco la domanda, l’ho portato lì per sintomi anche e soprattutto di tipo fisico, non puramente psichiatrico. Le cose mi si chiariscono quando la dottoressa mi chiede, letteralmente, che cosa ce l’ho portato a fare mio figlio lì da loro. Basisco.
Per un attimo non capisco, poi capisco e la cosa mi arriva come un calcio in bocca. Mi sta dicendo che mio figlio (che lei non ha ancora visitato) non ha un cazzo, secondo lei, è “solo” in crisi di agitazione, e che non vede cosa c’entrino loro, quindi.
E qui basisco ancora di più, perché se anche fosse che mio figlio non ha niente di organico, loro sono un ospedale pubblico di zona, di una zona in cui anche mio figlio vive ed anche lui ha diritto a ricevere qualunque cura sia necessaria, come gli altri cittadini. Anche da paziente psichiatrico, nel caso. Anche da autistico.

Ve la faccio breve: insisto che voglio sapere se ci sono motivi organici per quello che ha mio figlio, riesco a fargli fare un ECG, che risulta a posto. Lui è calmo anche se debolissimo, io rifiuto altre analisi perché già il giorno prima ne ha fatte uno stonfo e aspettiamo i risultati di quelle*. Decido di portarmelo via a casa, tanto qui non c’è niente per lui. La dottoressa ci porta i fogli per la dimissione, porge la mano a mio figlio per salutare. Lui la guarda e non fa una mossa. Spiego alla dottoressa che lui non stringe la mano a nessuno, non pare convinta ma abbozza. Ce ne andiamo.
In macchina la tensione cala, e l’Asperboy mi fa “Io sono autistico, ma pure se non lo fossi io la mano non glie la stringevo a quella”. Io ridendo “Ma dai, sei proprio stronzo” E lui “NO NO, è lei la stronza. Io sono un pikkolo ancelo!”. Ridiamo, esausti. Che altro vuoi fa’, incazzarti?

* sì, dalle analisi risulta anche qualcosa di organico, alla fine. Sulla mia tomba probabilmente farò scrivere “Visto? Ve l’avevo detto che non era autismo!”

3 pensieri riguardo “Pikkoli anceli al pronto soccorso

  1. Una volta sono andato al pronto soccorso perché era due settimane che stavo male e non riuscivo a riprendermi. Mi fanno degli esami. Nonostante accertino strane sintomatologie (che non si sanno spiegare), gli esami secondo loro non provano niente. Allora mi suggeriscono di parlare con lo psicologo… Ovviamente ce l’avevo eccome qualcosa. Semplicemente loro erano troppo idioti e i loro comportamenti troppo stereotipati per ammetterlo.
    Poi ho conosciuto una signora che all’improvviso stava sempre male, e aveva la nausea. Il “bravo” medico che l’aveva in cura dopo averle fatto degli esami che decretavano che non c’era nessun tumore, se ne esce con la sua brillante conclusione: è solo depressa perché è vedova! Questo dice il genio della cardiologia che evidentemente segretamente s’era preso una laurea pure in psicologia e psichiatria! Ah, piccolissimo particolare. la signora era vedova da 20 anni 20! E non aveva mai manifestato stati depressivi, anzi era un’arzilla vecchina che usciva e vedeva sempre le amiche… Morale della favola, tutti i suoi parenti appecorati stabiliscono insensatamente che il medico deve aver ragione per forza (perché lui in fondo è un medico, anche se di merda). Quindi le danno psicofarmaci. La cura non funziona. Quindi continuano a darle altri psicofarmaci ma la spostano in una clinica: la cura sembra funzionare (ma io so che non funzionava, e che il vero problema era a casa della signora, e precisamente a casa dei suoi vicini drogati che la ubriacavano di canne dalla mattina alle sera facendola sentire male). Quindi la riportano a casa e lei ancora si risente male e non è creduta. Le hanno detto fino alla fine che voleva solo più attenzioni, che simulava! Fin quando la signora è morta. Amen.
    E non è il caso che continui. Ne conosco a bizzeffe di storie simili…

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