
Mio marito, sant’uomo, ogni tanto guarda l’Asperboy e sospira: “Però a me piacerebbe vederlo uscire con ragazzi come lui…”. E io gli rispondo paziente: “Teso’, *lui* è un ragazzino autistico, APC e transgender. Me spieghi dove li trova qui al paesello “quelli come lui”???”.
Ecco, il problema grosso di questa (e forse di tutte le età) è sempre lo stesso: trovare le anime affini, gli amici, gli affetti anche al di fuori della famiglia.
Perché non è necessariamente vero che un autistico come noi per sua caratteristica non vuole affetti e non cerca rapporti umani. Li cerchiamo eccome, di solito, ma diciamo che eccelliamo in altri campi, magari, e questo è più difficile. E più che sei diverso, e più che è difficile.
E qui per fortuna ci è venuto in soccorso internet. Internet, secondo una vecchia battuta che poi è anche un po’ vera, lo abbiamo creato noi, gli autistici, per poterci trovare anche dall’altra parte del mondo senza uscire dalla nostra sicura stanzetta, per reperire quel che ci interessa. E anche per poterci incontrare, quindi.
Il vasto mondo di Internet viene visto da molti professionisti del settore e molti genitori come il male, la troca etc. E magari lo è pure, per qualcuno. Per noi ha significato soprattutto poter ampliare gli orizzonti. Su Internet puoi reperire in pochi millisecondi informazioni su qualunque cosa ti interessi, tipo il campionario di colori delle mantidi religiose, o le ultime discussioni sui dinosauri e le piume, o dissertazioni approfondite su tutti i possibili starter per lievito madre e come alimentarlo… e puoi incontrare altre persone che hanno gli stessi interessi, su forum, boards, gruppi, pagine. Nerds like you. E’ importantissimo questo, perché la socializzazione autistica si basa al 90% sulla condivisione di interessi comuni. E improvvisamente invece delle poche migliaia di persone che vivono nella tua cittadina, hai virtualmente accesso a milioni e milioni di persone, quotidianamente. E lì è più facile trovare quelle con interessi e mentalità affine. Quindi per noi l’Internet è sempre stata una cosa positiva, e se volete vederci precipitare in un baratro di disperazione dovete solo staccarci la linea come ha fatto, accidentalmente dicono, la Wind qualche giorno fa. Per cinque giorni. Diciamo che il quinto giorno qui pareva di essere in una scena di Mad Max o del Pianeta delle Scimmie, e manco Babbo Natale è stato atteso dai miei figli quanto il tecnico di Infostrada…
La cosa sensazionale è che l’Asperboy ora ha dei buoni amici, sparsi per il mondo e ritrovatisi tutti in una chat dedicata ad una famosa serie di fumetti, di cui tutti sono appassionati. Giocano assieme sulla PS4 collegandosi a orari improbabili per mettere insieme i fusi orari di tutti, e ogni tanto qualcuno di loro per fortuna intima a mio figlio di andare a dormire perché in Italia è notte fonda. Chattano per ore, mentre giocano, io li sento dall’altra parte del muro e sorrido. Si scambiano aiuto e incoraggiamento per studiare. Pianificano di incontrarsi, magari, un giorno. Ogni tanto, l’Asperboy viene da me e mi dice: “Mamma, la mia amica Tizia vorrebbe sapere da te etc etc”. Sono diventata la classica madre-del-tuo-amico-a-cui-chiedi-consiglio, ma dall’altra parte del mondo. So un sacco di cose su di loro, più di quanto sappia dei compagni di classe di mio figlio.
E pian piano, stiamo anche capendo che sono tutti neurodiversi. Chi è chiaramente aspie, chi adhd, chi entrambe, e magari pure una spruzzatina di emergente lgbtq. Non se ne salva uno eh XD Chi s’assomiglia si piglia, è proprio vero.
Insomma, gente, grazie all’Internette l’Asperboy finalmente “esce con quelli come lui” ❤