Interrompiamo le trasmissioni…

…per un (non) breve comunicato di pubblica utilità.
Siccome ultimamente è apparso un nuovo filone di opposizione all’esistenza di persone transgender, che si basa sul fatto accertato che molte persone transgender o con identità di genere non conforme sono anche autistiche e viceversa, e però poi fa uso della solita idea abilista e paternalista degli autistici come persone incapaci di autodeterminarsi, sì insomma dei fresconi che a quanto pare puoi intortare come te pare con il GIENDER!… vediamo di fare un po’ di chiarezza sulla questione.

Ne parlerò dal punto di vista procedurale, diciamo, perché là fuori è pieno di gente che pensa che entrare in un centro per l’identità di genere con un minorenne sia come entrare dal parrucchiere, che tu gli dici che vorresti una spuntatina ma quello non ti ascolta e fa come je pare, e due ore dopo sei fuori di lì con mezza testa rapata a macchinetta perché non vi siete capiti ma ormai la frittata è fatta.

Ecco, no, non funziona così, ma proprio per niente. Sono qui per tranquillizzarvi in proposito.

Tanto per cominciare, quando vai in un centro del genere con tuo figlio ci vai perché qualcuno ti ci ha indirizzato, e di solito è un neuropsichiatra infantile o un pediatra o uno psicologo. Insomma, non te lo ha detto qualcuno laureato all’università della vita, di solito te lo dice qualcuno che con i bambini ci lavora, e con il tuo in particolare.

Poi quando entri, sei solo all’inizio del percorso. Che prevede mesi o anni, e ripeto e sottolineo: anni, di colloqui psicologici e test con i genitori e con il minore, portati avanti da professionisti, cioè psicologi e neuropsichiatri infantili, non da pippo pluto e topolino.

Più il minore è piccolo, più si aspetta e si valuta. E tra le prime cose che viene indagate mediante test c’è proprio l’appartenenza allo spettro autistico. Perché siamo in un centro dove lavorano professionisti formati in questo campo specifico, e oggi si sa bene che identità di genere non conforme e spettro dell’autismo si sovrappongono in parte. Quindi la vedo difficile che in questi centri propongano una transizione a un minorenne autistico non diagnosticato… perché nel caso lo diagnosticano loro prima di fare qualunque cosa.

Nei mesi o anni prima di fare alcunché di medico, si sostiene *l ragazzin* e la famiglia con colloqui psicologici che aiutano a gestire intanto la transizione sociale, in modo da vedere se effettivamente essere socializzati come appartenenti a un genere diverso da quello attribuito alla nascita ha dei risvolti positivi per quel ragazzin* lì. Non si fanno passi più lunghi della gamba, e meno male. Quel tempo serve magari a capire fino a che punto c’è esigenza di transizione anche medica, anche. Nessuno spinge per farti transizionare o per fartelo fare in un modo totale, diciamolo chiaramente. Si mettono in ascolto e aiutano a chiarire le cose, per tutti, anche per i genitori. Te lo chiedono trentordicimila volte, se sei sicur*.

Dopodiché, passiamo alla questione ormoni e bloccanti.
Per prima cosa, con i protocolli italiani scordatevi qualunque ormone prima dei 16 anni. Prima di quell’età, sono consentiti solo bloccanti, se proprio vi danno qualcosa. E questo tanto per smentire chi parla di fretta di prescrivere ormoni per “trasformare” i ragazzini: i bloccanti sono l’esatto opposto della fretta. Fermano in modo totalmente reversibile – cioè si può tornare indietro in qualunque momento, basta sospenderli – lo sviluppo puberale, per guadagnare tempo per quei famosi anni di colloqui di indagine e presa di consapevolezza del minore e della sua famiglia. I bloccanti significano: ce la prendiamo calma qui, per capire e aiutarti a capire chi sei veramente, ma intanto ti togliamo la sofferenza di vederti cambiare come non vuoi troppo rapidamente, e nel caso tu vada avanti ti risparmiamo interventi troppo invasivi più avanti. Vi pare poco? A me no.

Ma se pensate che i bloccanti ve li diano così facilmente, scordatevelo: prima ci vuole una diagnosi di disforia di genere e poi un nulla osta che dice che non ci sono condizioni che sconsigliano o contrastano con la somministrazione di bloccanti. A occhio e croce questo richiede che intervengano, come accennavo sopra, due o tre psicolog*, un endocrinolog* (previe analisi del sangue a tappeto su tutti gli assi ormonali e valutazione delle condizioni ossee) e un neuropsichiatra infantile. Tutti devono essere d’accordo. Ci vogliono tranquillamente altri mesi. Altro che bloccanti facili.

Non è mica finita, che vi credete: durante la somministrazione di bloccanti, si continuano a fare i colloqui psicologici, e si viene sottoposti ogni 4 mesi alle solite analisi a tappeto per controllare che tutto vada bene, e visita endocrinologica di controllo.

Arriviamo ai 16 anni, quindi, e si può iniziare a parlare di ormoni. Ormai l’avrete capito, che ve toccano nuovi colloqui e visite, vero? Non solo, siccome a 16 anni si è minorenni, ci deve essere il consenso di entrambi i genitori. E attenzione, non parliamo di quei fogli sul consenso che vi fanno frettolosamente firmare quando dovete fare una procedura medica, il protocollo prevede che i genitori debbano essere informati a voce, in presenza, da parte dei sanitari, poi firmano non il consenso, ma un foglio dove dichiarano di aver ricevuto i fogli con tutte le informazioni. Poi se ne vanno a casa, e dopo congruo periodo di tempo per leggersi bene i fogli e pensarci su, tornano e solo allora firmano il consenso. Qualcuno ha ancora la faccia di parlare di fretta o di intortamento?

Bene, vi abbiamo trasmesso il percorso di un adolescente con disforia di genere in un centro regionale dedicato all’identità di genere, con la gentile partecipazione di almeno 2 neuropsichiatri infantili, 3 o 4 psicolog* in totale, un endocrinologo e due genitori che quel ragazzin* lo conoscono da quando è nato.

Quindi se pensate di saperne di più di sto popo’ di professionisti qui sopra, o che gli ormoni ve li diano come caramelle, si vede che avete mangiato pesante ieri sera e ve lo siete sognato. Tenetevi leggeri in futuro, e informatevi, possibilmente da chi lavora in questo campo o chi ne fa esperienza diretta, non da chi fa sparate sensazionalistiche ma in realtà non ne sa nulla. Grazie.

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